Olio extravergine d’oliva di qualità: come riconoscerlo

come riconoscere olio buono
23 Dicembre 2019 0 Commenti

Che un olio, solo perché extravergine, sia necessariamente anche buono è una diceria da dover smentire. La qualità di un olio, così come per la maggior parte dei prodotti di largo consumo, dipende da tutta una serie di fattori anche piuttosto variabili e non collegati ad un semplice trattamento. Inoltre, molti oli in commercio sono etichettati come “extravergine” quando, in realtà, non lo sono affatto.

Per evitare di farsi imbrogliare o, semplicemente, cogliere impreparati è bene imparare alcuni passaggi che aiutano nel riconoscere un olio extravergine di buona qualità, distinguendolo da altri scadenti, insoddisfacenti, che spesso costano caro senza valerne realmente la pena.lizzato.

Riconoscere un olio extravergine di oliva di qualità in 12 mosse

L’olio d’oliva EVO è il condimento preferito dagli italiani, oltre che un ottimo alleato nella lotta contro il colesterolo, le malattie cardiovascolari e quelle degenerative; è inserito nelle principali diete, soprattutto quella mediterranea, basate sul consumo di alimenti sani ed equilibrati; è immancabile sulle tavole delle famiglie, anche perché può e deve essere consumato anche dai più piccoli. L’unico aspetto importante è che sia di qualità.

Ecco, allora, 12 mosse che permettono di riconoscere la qualità di un olio d’oliva, senza aver per forza seguito un corso da sommelier!

1. Olio nostrano

In fase di acquisto di una bottiglia d’olio, la regola numero uno è: leggere l’etichetta. In base alle informazioni riportate è bene conoscere la provenienza e preferire una qualità italiana. Inoltre, bisogna basarsi sul colore, sulla limpidezza e sul prezzo.

2. Deve esserci la dicitura “extra”

Un olio di qualità è caratterizzato dall’acidità, ovvero dalla percentuale di acido oleico contenuta al suo interno: più è alta, più bassa sarà la qualità dell’olio.
L’acidità è quindi un ottimo parametro per determinare se un olio è buono o meno: l’extravergine è sicuramente tra le qualità migliori, ma per esserlo deve avere un livello di acidità inferiore agli 8 gr per litro.

3. L’etichetta

Nel leggere l’etichetta è importante che ci siano molte informazioni: più ne troviamo riportare, meglio è. Sicuramente non devono mancare: la provenienza delle olive, la loro tipologia, il luogo di spremitura ed imbottigliamento, la dicitura Dop o Igp.
Bisogna diffidare, inoltre, dalla dicitura “Made in Italy”, dato che spesso si tratta di frodi.

4. La spremitura a freddo

La dicitura “spremitura a freddo” indica sicuramente un olio di buona qualità e viene riportata sull’etichetta quando la temperatura di frangitura delle olive non supera i 27°, condizione che non altera le caratteristiche organolettiche dell’olio e i suoi aromi.

5. La bottiglia scura

Sono da prediligere gli oli confezionati in bottiglie di vetro scuro, che riparano il contenuto dalla luce rallentando il procedimento di ossidazione e, di conseguenza, quello di irrancidimento.

6. Il colore

Il colore non è un parametro affidabile per rilevare se un olio è di buona qualità a o meno. In molti, ad esempio, credono che un olio buono debba essere di colore verde, ma non è così: esistono tipologie verdi pessime e, di contro, delle qualità di colore giallo-oro sublimi.

durata olio quando invecchia

7. La limpidezza

Così come il colore, anche la limpidezza non è un parametro di giudizio affidabile. Spesso, gli oli industriali vengono filtrati per eliminare le particelle d’acqua, o semplicemente per rendere il prodotto più invitante agli occhi del consumatore, ma la loro limpidezza non indica necessariamente una buona qualità. Al contrario, un olio artigianale, non filtrato e, quindi, meno limpido potrebbe risultare sicuramente più appagante.

8. Il profumo

Si tratta di un aspetto molto importante. L’olio extravergine di oliva di qualità deve possedere un profumo vegetale di oliva fresca, con un retrogusto di carciofo, mela e mandorla. Da scartare, quindi, quelle tipologie che rimandano alla muffa e all’umidità, all’aceto, alla salamoia, al legno umido e alla terra: sono tutti sinonimi di olive ammassate e conservate in pessime condizioni.

9. La fluidità

Il livello di fluidità di un buon olio di oliva deve essere medio-basso. Per constatarlo, basta versarne una piccola quantità in un bicchiere e farlo roteare: se risulta troppo fluido vuol dire che contiene troppi acidi grassi polinsaturi e, quindi, va scartato.

10. Il gusto

Al contatto con il palato, un olio di qualità deve essere amaro e piccante. Il tipico “pizzicore” non è assolutamente un difetto, anzi: la sua presenza indica un’alta concentrazione di polifenoli, molto importanti per la loro azione benefica sull’organismo.

11. La scadenza

In Italia, la scadenza massima di un olio era di 18 mesi dall’imbottigliamento. Il Parlamento, però, ha recentemente cancellato questa normativa lasciando piena libertà al produttore di stabilire una scadenza in base alle caratteristiche del suo prodotto, garantendo un limite di tempo che non influisca negativamente sulle proprietà organolettiche e sulla qualità dell’olio da lui realizzato.

12. Il prezzo

Bisogna diffidare da un olio economico. Secondo Coldiretti un olio extravergine di oliva di qualità non può costare meno di 6-7 euro al litro.

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