Colesterolo alto? Ci pensa l’olio d’oliva!

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6 Dicembre 2019 0 Commenti

Secondo diversi studi scientifici, l’assunzione quotidiana di olio d’oliva è altamente salutare per combattere il colesterolo cattivo (Ldl) a favore di quello buono (Hdl). Questo è possibile grazie all’alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi che, ingeriti con costanza all’interno dell’organismo, apportano diversi benefici.

Come per tutti gli alimenti e, nello specifico, per i condimenti bisogna prestare attenzione alle dosi e alle modalità di assunzione, in modo da non abusare e seguire una dieta equilibrata che non metta a rischio la propria salute. Per non sbagliare, ecco le risposte alle domande più frequenti riguardo al consumo di olio di oliva.

Benefici dell'olio

Qual è la giusta quantità di olio da consumare al giorno?

Il giusto compromesso è dato da 3 cucchiai, ovvero quelli che garantiscono un mantenimento sano ed equilibrato della propria dieta alimentare. Uno lo si può usare per condire la pasta, gli altri due si possono destinare (ad esempio) ai secondi piatti o ai contorni. Per le diete che richiedono un fabbisogno energetico più alto sono concessi anche 4 cucchiai al giorno.
Il consiglio sta nel non superare la dose giornaliera consigliata: eccedere non farebbe altro che aumentare il colesterolo cattivo, peggiorando la situazione di partenza.

Meglio a crudo o in cottura?

Generalmente, è preferibile utilizzare l’olio d’oliva a crudo, anche se l’extravergine cotto non è assolutamente dannoso. Questo perché, grazie all’alta percentuale di acido oleico contenuto, l’olio d’oliva ha un punto di fumo piuttosto elevato che gli permette di rimanere stabile se sottoposto ad alte temperature. Il mix tra resistenza al calore e alto contenuto di antiossidanti rendono l’olio d’oliva un ottimo condimento anche in fase di cottura.

L’olio di oliva previene anche l’invecchiamento?

Come accennato, l’olio di oliva possiede molti antiossidanti, famosi per riuscire a contrastare i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare. In particolare sono i polifenoli che, oltre a conferire all’olio il suo gusto caratteristico, sono altamente antiossidanti e antinfiammatori. Di per sé e se assunto da solo, l’olio di oliva non è in grado di contrastare l’invecchiamento ma, se inserito all’interno di una dieta ricca di frutta e verdura, che di antiossidanti sono strapiene, allora diventerà decisamente più efficace.

Si può utilizzare per friggere o per sostituire il burro?

L’olio extravergine di oliva è imbattibile in fatto di frittura ma, in caso di colesterolo cattivo alto, è consigliabile optare per quello di arachidi, molto resistente alle alte temperature. Per saperne di più, dai un’occhiata al nostro articolo a riguardo.

Si può optare per il burro solo nella preparazione di prodotti da forno o spalmandone uno strato sottile su una fetta di pane o una fetta di biscottata con la marmellata per colazione. Invece, si sconsiglia di sostituirlo all’olio come condimento, considerando che non contiene le stesse proprietà benefiche.

Friggere con olio di oliva

Olio vergine o extravergine?

Un olio vergine viene definito extravergine se risponde a determinati parametri di qualità, come acidità, indicatori di perossidazione, caratteristiche organolettiche. In questo caso, è sicuramente più indicato da utilizzare nei casi di colesterolo cattivo alto: contiene maggiori composti aromatici e sostanze antiossidanti. Con un unico prodotto si ottengono un condimento che insaporisce gli alimenti e un ottimo rimedio per contrastare i radicali liberi.

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